Riflessioni

3/ L''amore di Dio negli scritti di Luca. Badate come ascoltate (Lc 8,18).

3/ L’amore di Dio negli scritti di Luca Badate a “come” ascoltate (Lc 8,18) [sintesi commentata] “Come” significa “in che modo”. Ci sono molti modi per ascoltare. Non sempre l’effetto di una cosa detta dipende da ciò che viene detto o da come lo si dice. Le parole hanno un suono nella bocca di chi le pronuncia, ma possono avere un suono ben diverso nell’orecchio di chi le ascolta. Quando esiste armonia di cuori (pensiero, volontà, sentire), allora l’armonia tra di parla e chi ascolta è meravigliosa, ci si comprende perfettamente. Gesù invita a stare attenti a “come” si ascolta perfino quando parla Lui (a maggior ragione quando parla un altro). Ecco qualche esempio di come si ascolta e di come il modo dell’ascolto può determinare l’effetto delle cose dette. Mc 12,37: come ascoltava il popolo? Con gusto! che piacere! Lc 19,48: di nuovo una questione di come si ascolta; pendendo dalle labbra! Lc 19,47: come è possibile che lo stesso messaggio produca odio e istinti assassini da un lato e, dall’altro, massima attenzione e piacere? Forse dipende da come si ascolta? Prevenzione, pregiudizio, malanimo non favoriscono, anzi ostacolano, l’ascolto. Mt 21,45: come ascoltavano i capi e i farisei? Si offendono perché si accorgono che Gesù parla di loro. Non si deve ascoltare la predicazione dell’evangelo solo quando si pensa che parli di altri e agli altri. Chi si offende quando pensa che la predicazione è rivolta a lui/lei reagisce proprio come quei farisei. La Parola predicata genera nelle loro menti risentimento, rancore, odio. Essi hanno ascoltato con una pessima disposizione d’animo. Il frutto di questa disposizione è che ce l’hanno a morte con Gesù. Mc 12,12: perché alcuni ascoltano il predicatore Gesù mentre altri se ne vanno? Di nuovo un caso, simile al precedente, sono ascoltatori che se la prendono perché Gesù ha parlato di loro. Avrebbero potuto non offendersi e agire diversamente? Senz’altro. Lo dimostra Nicodemo, uno dei capi farisei. Egli, dopo aver ascoltato, va di sera a dialogare col predicatore Gesù, gli pone domande, ottiene risposte (Gv 3,1 ss.). Nicodemo impara. Il suo animo si placa. Il dialogo ha risolto problemi e incomprensioni. Se non si agisce come Nicodemo, ma ci si limita a offendersi, chiudendosi nella propria presunzione di offesa, il risultato è che si lascia Cristo Gesù: “essi se ne andarono” (Mc 12,12b). Cristo è vita, se lo lascio e me ne vado, muoio. Gv 5,24: come va ascoltata la parola di Gesù? Va ascoltata con fiducia: chi ascolta e crede. La mente di chi ascolta deve accogliere con umile fiducia la Parola. Qui il come ascoltare coincide con la fiducia generata dall’ascolto. Gv 8,47: chi è che ascolta le parole di Dio? Colui/colei che si pone dalla parte di Dio ne ascolta volentieri la Parola. Chi non la ascolta, fa così perché non è da Dio. Se sto dalla parte di Dio (=modo positivo), ascolto. Non ascolto, perché nel mio intimo sto contro Dio (=modo negativo). Il criterio proposto da Gesù per fissare la differenza tra chi ascolta e chi non ascolta è lineare. Si può solo aggiungere che, probabilmente, chi non ascolta la Parola fa così perché è in ascolto di altre parole, di altri messaggi… Gv 8,43: chi è che proprio non può dare ascolto alla parola di Cristo? Chi ama la falsità e la bugia più della verità (8,44b: modo negativo). Gv 18,37: in che modo va ascoltata la voce di Gesù? Il modo positivo di ascoltare è essere per la verità (18,37b). Dove troviamo oggi questa “voce”? Nella parola apostolica (2 Cor 13,8) o Nuovo Testamento. 1 Tm 4,16: come va ascoltato l’evangelista Timoteo? Come “buon ministro” (= buon servitore) che si nutre delle parole della fede e dell’insegnamento buono (4,6); come servitore che “ordina e insegna” (4,11); come uno che non va disprezzato (4,11b); come uno che legge (le Scritture), esorta, insegna (4,13). Queste indicazioni esprimono un ascolto rispettoso, curato, attento (modo positivo). Atti 17,11: in che modo veniva ascoltata la predicazione di Paolo? Veniva ascoltata in modo molto premuroso, con esame diuturno assiduo e accurato delle “Scritture” (modo positivo). A maggior ragione, oggi che a predicare non è più Paolo apostolo, occorre cura ed esame attento delle Scritture per vedere come stanno le cose (ecco un altro come importante). 2 Tm 2,14: come si dispone il discepolo/la discepola verso chi fa dispute di parole? Una cosa è il dialogo, anche critico, ma costruttivo; una cosa è la conversazione, anche animata, ma che tende alla cura del seme all’interno del solco; ma tutt’altra cosa è il disaccordo che si esprime con parole di fiele, la disputa fatta di sottintesi violenti, la dissensione prodotta da pregiudizio, il terrorismo di chi non vuole il dialogo: tutto ciò non giova a nulla, se non a sfasciare e a scoraggiare. Dinanzi a questi modi negativi, il modo positivo di agire è non ascoltare affatto, consentire al dissidente di “andarsene al suo luogo” (Atti 1,25). Ap 1,3 + 22,17: qual è la condizione spirituale di chi sa come si deve ascoltare? È la felicità (beato!) dell’ascoltare e del serbare le parole “scritte” (1,3). Di nuovo la grande lezione: il seme va serbato, trattenuto nel solco della nostra mente, affinché poi germogli e porti frutto buono. L’invito ad ascoltare (= praticare) viene proprio da Dio che è “Spirito” e dalla chiesa che è “sposa” di Cristo. L’acqua vitale è la stessa che Gesù promette alla samaritana (Gv 4,4). Ma chi la berrà? Chi ascolterà questo invito amorevole dettato dall’evangelo? Solo “chi ha sete” (Ap 22,17). Beato chi ha fame e sete di giustizia (divina), perché sarà saziato (Mt 5,6). Chi va da Gesù non avrà fame, chi si fida della sua Parola non avrà sete (Gv 6,35). Anche questo criterio è lineare. Il presuntuoso che pensa di non aver sete (modo negativo), lascerà Gesù, se ne andrà a bere altrove. L’umile che ascolta e serba le parole del Signore, accoglierà il “dono” di Dio, troverà felicità in Dio. ********** La lunga sezione iniziale di Lc 8 è dedicata alla evangelizzazione, alla predicazione dell’evangelo. Si ricordi che l’ev/angèlo è la felice notizia che l’Amore di Dio si accosta all’uomo peccatore per liberarlo dal male mediante un dono gratuito, per consentire a Dio stesso di regnare nella mente della persona rinnovata dalla giustizia di Dio, dalla pace con Dio e dall’allegrezza in Dio (Rm 14,17). Il seme buono della parola di Dio va “ritenuto” in un cuore buono. Qui “ritenuto” significa trattenuto, non disperso ma serbato affinché il seme poi germogli e porti frutto. Ecco perché il Nuovo Testamento parla di Parola “piantata” nelle menti delle persone (Gc 1,21). Il seme piantato va però trattenuto nel solco! L’immagine biblica è sessuale. Ecco ad esempio una coppia per che da anni non riesce ad avere bambini. Sono rattristati da questo fatto. Desiderano i figli, ma questi non vengono. Le visite da medici specialisti non danno esiti. Nei due coniugi non ci sono malformazioni che causino il problema. Qualche medico saggio ripete alla coppia di strare tranquilli, di ricercare serenità e tranquillità. Ed ecco che un giorno, magari dopo anni, la donna rimane incinta e diviene madre (matri/monio). Che cosa è accaduto? La tranquillità e la rilassatezza hanno favorito il trattenimento del seme maschile nel solco femminile. Nasce la felicità, che bello! I brani visti sopra sul come si ascolta si rivelano cruciali quando si tratta di ascoltare la predicazione dell’evangelo. Ascoltare significa infatti trattenere il seme buono della Parola, che così avrà l’opportunità di innestarsi nella mente della persona e finalmente di condurla al cambiamento di mente, cioè alla fede, al ravvedimento, al battesimo biblico e ad una esistenza che persevera nella Parola. Ascoltiamo dunque ora la predicazione dell’ev/angèlo (=eu/aggèlion), cioè della notizia buona che riguarda Cristo. 1. Lettura molto attenta: 1 Cor 1,18-31. Cuore del brano: v. 23a. Occorre proclamare nient’altro che Gesù Cristo e lui crocifisso (1 Cor 2,2b). Si noti l’espressione molto forte: “nient’altro fuorché”. È un’espressione esclusiva ed escludente! 2. Si tratta di proporre la “pazzia” dell’amore di Dio. Solo un “pazzo” può agire sconsideratamente con un atto d’amore unilaterale: “Dio ha amato tanto la gente del mondo che ha dato il suo unigenito figlio, affinché chiunque si affida a lui non muoia ma abbia vita eterna” (Gv 3,16, ma si legga bene il contesto!). 3. Siamo qui presso la fonte stessa dell’acqua della vita: l’amore di Dio cantato da Giovanni ispirato da Dio. Lettura accurata di 1 Gv 3,11-24. Cuore del brano: v. 16. Proprio in un contesto che descrive in modo sublime l’amore, troviamo l’odio (3,13); il che non deve destare meraviglia; esso rientra nel modo negativo di ascoltare la Parola. Invece, chi ascolta (= osserva, 3,24) in modo positivo, trova “dimora in Dio e Dio in lui” (3,24). 4. Accogliere, apprezzare, gradire la “pazzia” dell’amore di Dio equivale a serbare nella nostra mente la sua Parola: vincere scetticismi, superare paure, decidere di fidarsi e di confidare, invece che farsi sconfiggere da prevenzioni, pregiudizi, rancori, odii… Ciò conduce alla conversione, che è cambiamento di mente, mutamento di mentalità, trasformazione del nostro modo di pensare (metànoia: una vera e propria trasformazione culturale!). Si legga con calma 1 Cor 6,11: “E tali eravate alcuni”: come eravamo? Torna quell’importante come. Basta leggere il brano precedente per sapere come eravamo (6,9-10: notare il tempo passato); “ma”: triplice reiterazione retorica; quindi molto importante perché indica soluzione di continuità, distacco completo dalla vita precedente, esistenza del tutto nuova… “siete stati lavati”: è il lavacro del battesimo, attuato dalla persona adulta, consapevole, che si fida e si affida a Cristo, si innesta a Cristo (Tito 3,5; Rm 6,4b: la “vita nuova” in Cristo); “siete stati santificati”: è possibile dunque la santificazione di un fornicatore (1 Cor 5,1 e 2 Cor 2,5 ss.), di un idolatra, di un adultero, di un effeminato, di un sodomita, di un avaro, di un oltraggiatore... “siete stati giustificati”: è la “giustizia di Dio” che il peccatore ottiene mediante l’evangelo che lo attira al ravvedimento e alla risposta di fede ubbidiente al dono (“grazia”) che Dio regala a tutti mediante la morte/risurrezione di Gesù Cristo (Rm 3,21 ss.). Tutto ciò si ottiene “nel nome di Gesù Cristo, e mediante lo Spirito dell’Iddio nostro”: sta qui il modo positivo di predisporsi ad ascoltare/ubbidire per amore a Dio che è amore, anzi amore folle. [r.t.] © Riproduzione riservata Domande e osservazioni possono essere rivolte ai riferimenti indicati Chiesa di Cristo Gesù Largo Goffredo Mameli 16A 00040 Pomezia, Roma Tel: 06 91251216 – 339 5773986 info@chiesadicristopomezia.it Piccola bibliografia: A. Valensin - G. Huby, Vangelo secondo San Luca, Roma, 1959. J. Schmid, L''evangelo secondo Luca, Brescia, 1965. G. Nolli, Evangelo secondo Luca, Città del Vaticano, 1983. L. De Grandmaison, Gesù Cristo. La sua persona, il suo messaggio, le prove, Brescia, 1932.

Vedi allegato

Torna alle riflessioni