Riflessioni

Col palloncino in mano

2 / La gioia secondo Duino Non era una persona comune, in nessun senso. Era un uomo dalla gentilezza disarmante, affabile, dotato di naturali buone maniere, che a tratti si volgevano in timidezza. Gran parte della vita passata a fare il disegnatore tecnico per grosse aziende, aveva poi insegnato disegno industriale sia in Italia che all’estero. Si era pentito d’esser tornato dalla Francia, dove lo trattavano coi guanti bianchi, mentre qui… Affabilità e precisione le aveva trasfuse in un interesse umilissimo per l’Evangelo. Convertitosi a Cristo, cercava sempre modi nuovi per rendersi utile nella chiesa del Signore Gesù a Pomezia e nei servizi al di fuori della chiesa. La biblioteca della chiesa conserva tuttora la sua catalogazione accurata di numerosissimi articoli a sfondo religioso tratti dai quotidiani, articoli che dovevano servire alla riflessione per l’utile comune. La naturale precisione derivatagli dal lavoro la mise anche nell’esame del testo biblico, di cui divenne padrone in poco tempo. Eppure non mancava mai di chiedere consiglio su questo o quel brano della Scrittura, su un argomento caldo, su un tema attuale. Era un lettore costante della Scrittura. Leggeva con metodo. Si familiarizzava con le grandi lezioni del testo biblico. Spesso ringraziava pubblicamente Dio per aver trovato la chiesa e per la possibilità di poter leggere la Bibbia. Conobbe il disprezzo, o almeno la mancanza di apprezzamento da parte di persone a lui vicine le quali, invece di valorizzarne la naturale gentilezza, la considerarono segno di debolezza. E, secondo una certa mentalità diffusa, i deboli vanno disprezzati. Conobbe il tradimento di chi meglio di tutti lo conosceva a fondo. Confidò l’amarezza dei tradimenti subìti. Cercò e trovò in Cristo grande consolazione per il male subìto, e nei fratelli trovò un poco dell’affetto che gli era mancato. Ma la persona cui era legato era Cristo Gesù. Aveva una psicologia giocosa, anzi giocherellona. In una delle ultime fotografie si fece ritrarre col nipotino. Un palloncino in mano. Per molto tempo, forse per rispetto verso quella sua timidezza, non si riuscì a porgli la domanda. Poi, in un’occasione di particolare amabilità fraterna, gli si chiese il perché di quel suo nome, a dir poco curioso. E questa fu la risposta: “Mio padre ha fatto la Grande Guerra, ha combattuto sul Carso e ha vissuto la guerra a Duino, fra Trieste e Monfalcone. Così, quando nacqui io, in ricordo di questa località, decise di chiamarmi col nome di quel paesino, famoso per la guerra carsica e per le Elegie Duinesi di Erik Maria Rilke. Però oggi, grazie a Dio, porto con fede un nome che è molto più bello, infatti mi chiamo cristiano!” L’ultima volta che ci vedemmo, era ricoverato in ospedale per una faccenda seria. Si parlò del più e del meno. Si menzionò qualche amico. Si accennò alla sua malattia. Disse che i medici lo stavano trattando bene, le cure erano valide e stava effettivamente meglio. Nel letto bianco dell’ospedale l’altezza del suo corpo si notava ancora di più, anche se era seduto, appoggiato con la schiena a un paio di cuscini. Uscendo, mi scappò un “Mi raccomando!” Rispose sorridendo amabilmente: “Che vuoi che mi succeda! Al massimo muoio e vado col Signore!” L’aneurisma si ruppe inaspettato poche ore dopo. Lui morì in pochi secondi. In quell’ultima fotografia, chi sorrideva col filo del palloncino rosso in mano era proprio lui, non il nipotino. ****** Cronache di poveri cristiani. La gioia secondo Duino © Proprietà letteraria riservata – Roberto Tondelli, ottobre 2013 Tutti i diritti sono riservati. È pertanto vietata la riproduzione, l’archiviazione o la trasmissione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, comprese la fotocopia e la digitalizzazione, senza l’autorizzazione scritta dell’Autore. Copie possono essere richieste ai riferimenti indicati sotto. Per approfondimenti su questo scritto ci si può rivolgere a: Chiesa di Gesù Cristo - largo Goffredo Mameli, 16A - 00040 Pomezia-Roma (RM) email: info@chiesadicristopomezia.it tel: 06 91251216 - 339 5773986

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