Riflessioni

Tornare a Gesù - Riflessioni, Il Pontino Nuovo, 11/2013

Tornare a Gesù Ciò che vuole Dio La volontà di Dio non è equivoca nè misteriosa. E neppure è manipolabile. Dio non vuole nulla per sé, nulla che torni a suo vantaggio, a sua maggiore gloria. Dio non vuole nient''altro che il vantaggio dell''uomo, la sua vera grandezza, la sua dignità suprema. Ecco cos''è la volontà di Dio: il bene dell''uomo. La volontà di Dio, dalla prima all''ultima pagina della Bibbia, tende al bene dell''uomo a tutti i livelli, tende al bene definitivo e completo, in termini biblici alla "salvezza" di tutti gli uomini. La volontà di Dio è una volontà di salvezza che si traduce in aiuto, risanamento spirituale, liberazione. Dio vuole la vita, la gioia, la libertà, la pace, la salvezza, la grande felicità ultima dell''uomo: del singolo e della collettività (cfr. H.Küng, Tornare a Gesù, 2013). Questo è il significato del regno di Dio secondo l''annuncio di Gesù: liberazione completa, redenzione, pacificazione, felicità della persona umana. In Gesù la volontà di Dio si identifica perciò col bene dell''uomo. Non si tratta di cucire una pezza nuova su un vestito vecchio. Non si tratta quindi di tornare a favole raccontate in forma religiosa in cui ci si immagina un "nuovo sistema di cose" trasformato con la bacchetta magica dal mago-Dio e affidato al Gesù-assistente del mago... Dio chiama seriamente e amorevolmente ogni persona a una scelta, a una risposta saggia e chiara al suo amore: perché se Dio vuole il bene dell''uomo è proprio perché in gioco c''è davvero l''uomo! Scrive l''apostolo ispirato da Dio: "Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità" (1 Timoteo, 2). Quella verità che è Cristo Gesù. Lui e nessun altro. Bisogna dunque con coraggio abbandonare le misure umane, gli organismi e le super organizzazioni umane per tornare a Gesù con amore e umiltà. Tornare a Gesù è bello! Valore della riconciliazione Al tempo di Gesù (ma anche oggi) religione significava Tempio (oggi: Chiesa). Ma Gesù relativizza il Tempio e parla di chiesa come di assemblea, di comunità di discepoli, e mai come di luogo sacro o sacra istituzione. Anzi Gesù relativizza il Tempio al punto da profetizzarne la distruzione (il Tempio ebraico a Gerusalemme fu distrutto dai Romani nel 70 d.C.). Religione, tempio, precetti... sono tutte cose relative. Primaria, nei rapporti interpersonali, è per Gesù la norma meravigliosa e verace della riconciliazione. Eccola: "Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull''altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all''altare e va'' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono" (Matteo, 5). Dunque secondo Gesù la riconciliazione e il servizio quotidiano verso il prossimo hanno la priorità rispetto al tempio e alla liturgia. È vero che i discepoli di Gesù anche oggi si incontrano assieme per fare "memoria" di Gesù Cristo Risorto e Vivente, ma questa "memoria" viene dopo la riconciliazione coi fratelli, anzi con tutto il prossimo, altrimenti quella "memoria" non ha valore. L''offesa all''uomo sbarra la strada al vero servizio divino. Secondo Gesù non esiste una doppia morale né una doppia spiritualità: una dentro "la Chiesa" e una nel mondo. L''amore verace per il prossimo e per il fratello/sorella è la premessa per il vero servizio a Dio. Un amore che solo Gesù sa insegnare. Spesso ci diamo la patente di cristiani "cattolici" o "apostolici", ma secondo Gesù è la riconciliazione il vero banco di prova della nostra fede. Il vino magnificato dall''oste ha poco valore se non supera il test dell''assaggio. Così è il credente che magnifica se stesso ma evita di riconciliarsi con l''altro, di fare il primo passo, di chiedere scusa e perdono. Gesù ci aiuta in tutto questo col suo Consiglio sapiente. Bisogna uscire dagli otri vecchi del nostro egoismo e farci trasportare nel regno di Dio mediante la forza di Gesù. Coraggio!

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