Ciò che contamina
Ecologia cristiana
Presentiamo qui qualche riflessione su un pensiero di Gesù: "Ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l'uomo" (Mt 15,18).
Il bene o il male non sono nelle cose, fuori di noi, ma nella nostra stessa volontà, dentro di noi, nei nostri pensieri. Infatti è dal cuore, cioè dalla mente della persona, che vengono pensieri cattivi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false tesimonianze, bestemmie... Sono questi i contaminanti per l'essere umano, e non certo il mangiare senza prima lavarsi le mani. Gesù ci avverte con queste parole non per renderci incivili e rozzi, ma al contrario per renderci veramente civili e affinché si sappia individuare la fonte vera della civiltà e dove stiano le radici dei mali che noi stessi condanniamo. Il bene e il male sono dentro di noi, non è la società che rende cattivi gli uomini, ma sono gli uomini malvagi a rendere cattiva una società. Pertanto, il bene e il male che desideriamo per noi e per gli altri non ce lo dobbiamo aspettare dalla società, dalle strutture, dalla tecnica, dai sistemi, dai regimi miracolosi, dalle leggi, dalle istituzioni, ma è l'uomo il vero determinante della civiltà, è lui (= ciascuno di noi) l'autore e il responsabile della società, cattiva o buona che sia.
Per migliorare la società, dunque, non fidiamoci del mutamento delle cose, ma del miglioramento di noi stessi. Qualunque regime o sistema sarà strumento di bene o di male a seconda di chi lo usa. Facciamo un esempio quasi infantile ma che ha il pregio della chiarezza. Se diamo un coltello nelle mani di un uomo onesto, che cosa ne farà? Forse se ne servirà per tagliare il pane ai figli; mettiamo lo stesso coltello nelle mani di un delinquente, che cosa ne farà? forse se ne servirà per colpire un suo simile. Lo stesso arnese è strumento di bene o di male. Ma il bene e il male sono nel coltello o in chi l'adopera? Lo strumento coltello richiama i mezzi tecnici, il progresso, la scienza, le invenzioni, le nuove strutture... saranno tutti strumenti di bene nelle mani dell'uomo onesto, ma saranno strumenti di male nella mani del malvagio. Nè il tempo né il denaro, né i mezzi né lo studio, né l'abito né il cibo ti renderanno onesto se sei profondamente disonesto, né buono se sei irrimediabilmente malvagio, né giusto se il tuo essere intero è dominato dall'ingiustizia.
La società non sarà mai sana finché non saranno sani gli uomini. Nè le strutture, né la politica, né i trattati, né le leggi, né le riforme, né le rivoluzioni miglioreranno la società se gli uomini non vorranno migliorare se stessi. Neppure il progresso scientifico può darci vera civiltà, giacché anche con la scienza più avanzata e la tecnica più progredita ci può essere un'umanità ancor più selvaggia. La storia contemporanea lo dimostra. Più civile non è l'uomo che uccide il suo simile con l'atomica invece che con la freccia, ma più civile è quell'uomo che mette la freccia e l'atomo al servizio dell'altro uomo. Più civile non è colui che conosce la fisica e la chimica ma ignora il fratello che soffre. Più civile non è colui che viaggia in SUV e froda la paga all'operaio. Più civile non è l'atleta che vince titoli mondiali ma si lascia vincere dai vizi. Più civile non è la donna che fa del cinema il mercato della sua persona. Più civle non è lo scrittore che si arricchisce con la pornografia. Più civile non è il politico che si serve della libertà di stampa e di parola per ingannare le masse. Si vede quindi che anche gli strumenti moderni possono diventare gradini per scendere anziché per salire, strumenti di regresso anziché di vero progresso, mezzi di imbarbarimento anziché di civiltà.
È più civile chi più ama, e più barbaro chi meno ama. La misura della civiltà non sta nel consumo del sapone, dell'acqua, delle scarpe o nel numero di fabbriche, ma nell'uso della bontà e nel numero degli onesti.
Odio e amore sorgono nel cuore dell'uomo, e solo da qui può nascere la civiltà o la barbarie. Se vogliamo dunque cambiare in meglio la società, occorre cambiare il nostro cuore (=modo di pensare). Speriamo nelle leggi? Ma se non è mutato il cuore, la storia insegna che fatta la legge si trova l'inganno. Speriamo nelle riforme? Ma se l'amministratore non è convertito, se il suo cuore non è mutato, il lupo avrà solo cambiato il pelo. Speriamo negli uomini nuovi? Ma se il cuore non è mutato, cambieranno i suonatori ma la musica resta la stessa.
Perciò la conversione o sarà morale o non sarà. Se non vi sarà una conversione morale profonda non sarà possibile alcun rinnovamento vero, ci sarà solo illusione, un mutar d'abito, una nuova maschera, non certo un uomo nuovo. Nulla sarà mutato sostanzialmente, sarà tutto come prima, se non peggiore. Se si vuole una riforma vera, si cominci col riformare se stessi con la conversione a Cristo. Solo così faremo realmente un passo avanti e con noi tutta l'umanità. [MS]
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