Riflessioni

Dedicato a chi copia...

Copiatori e copiature Studi e articoli pubblicati nel sito su cui ora Lei sta navigando sono frutto di ricerca e riflessione faticosa sul testo biblico. Se ne dovrebbero perciò evitare le copiature o il copia-e-incolla. Se necessario, è meglio citarne qualche brano, per poi eventualmente commentarlo come si crede. Questa nota sembra necessaria per vari motivi. 1) Scorrendo diversi siti a carattere religioso, o pseudo tale, si notano copiature di espressioni, frasi, terminologia utilizzate da quanti pubblicano in questo sito note e studi prodotti da ricerca e lavoro personale compiuto sulla testo biblico. Secondo la Bibbia, sembra che rubare il lavoro altrui non sia una bella cosa. Qualcuno riterrà quest’osservazione un po’ moralistica. Però è vera. 2) A scuola, se in classe capitava che qualcuno copiava, veniva rimproverato: “Non è farina del tuo sacco! Hai copiato! Meriti un due!” Quando copi o fai il copia-e-incolla, si nota che non è farina del tuo sacco. Facendo passare per nostro ciò che non abbiamo scritto noi, possiamo ingannare qualcuno per parecchio, o parecchia gente per poco, ma non possiamo riuscire a farla franca sempre con tutti. Ad esempio, questa frase scritta in corsivo è la traduzione di un detto inglese. E non c’è nulla di male a dichiararlo invece di lasciar credere al Lettore che sia farina del mio sacco. Evitare di copiare o citare come si deve è in fondo una forma di rispetto verso il Lettore. Chi copia non rispetta il Lettore. Cioè non lo ama. 3) Gli uomini si influenzano l’un l’altro, le idee circolano e potrebbero circolare ancora di più con buone letture. Perciò meglio citare che copiare. Citare, e lasciare così che gli Autori siano responsabili delle loro idee, che poi altri vaglieranno liberamente. La copiatura è una truccatura della libera circolazione di idee e espressioni. Meglio citare, se necessario. Citare è una forma di rispetto verso l’Autore, che ha faticato per fare quel suo lavoro. La sola idea di copiare-e-incollare uno studio biblico senza citarne la fonte dovrebbe essere inaccettabile per tutti. È un farsi belli col lavoro altrui. Mentre invece il lavoro, anche quello svolto per leggere, studiare, preparare testi va rispettato, anche perché è stimato dagli stessi scrittori biblici. 4) Oggi si fanno siti e convegni e libri con la stessa facilità con cui ci si fa uno shampoo (citazione parafrasata di un noto testo di Giorgio Gaber). Poi, quando si guarda ai contenuti, ci si accorge della loro povertà e delle frequenti copiature. Quando ciò accade in ambito religioso, l’effetto può esser quello di una generale svalutazione della religione in sé. E questo non va bene. 5) In genere i copioni copiano male, perché sono impreparati. Ignorano il senso di quel che copiano. Per cui, di nuovo, la copiatura favorisce non la circolazione delle idee, ma la circolazione di compiti in classe pieni di errori. Ci saranno brutti voti e bocciature. 6) Se proprio dobbiamo copiare (nel senso di fare copie di o pubblicare) un certo testo, perché non chiedere apertamente il permesso all’Autore? In genere sarà persino lusingato dalla cosa, e concederà volentieri il permesso. È illegale, ma è sopratutto moralmente e spiritualmente discutibile che un testo o parte di esso sia messo in rete senza il permesso dell’Autore o dei suoi eredi. Nel 1984 tre amici livornesi fecero credere d’aver ritrovato nei fossi della città alcune teste scolpite da Modigliani. Era una beffa. Le teste le avevano fatte loro con una punta da trapano. Si trattava di una copiatura, oggi dimenticata. Il destino della copiatura è il dimenticatoio. Ecco infine un possibile profilo di chi copia. È quasi sempre persona mediocre, dotata di pensieri tendenti al meschino, untuosamente caritatevole, priva di vera carità. Si contenta delle forme della carità senza conoscerne realmente la forza e la bellezza. Si appaga riempiendo il foglio, cartaceo o virtuale, con la ricopiatura del compito originale del compagno di banco, di cui tradisce volentieri la fiducia. Così facendo gli sembra di essere furbo. Gli insegnanti responsabili lo fanno vergognare davanti alla classe, affinché anche gli altri imparino la lezione. Ma fanno così anche per affetto verso il copione, cioè per cercare d’insegnargli a superare quel complesso d’inferiorità derivante da una mancanza di conoscenza eliminabile solo con lo studio umile serio accurato, sia che si tratti di materia scolastica sia che si tratti del testo biblico. A chi copia si consiglia di evitare di continuare su questa strada. □

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