Oggi giorno di salvezza
“Oggi”, il tempo della salvezza
C’è qualcuno seduto all’ombra oggi
perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa
(Warren Buffett)
Dio ti ha fatto un regalo di 86.400 secondi oggi.
Ne hai speso uno per ringraziarlo?
(William Arthur Ward)
Predicazione dell’evangelo in Etiopia
La cornice della nostra concreta esperienza umana è il presente, l’oggi, sebbene coesistano in noi, in termini psicologici, le tre dimensioni temporali: la nostra storia (il passato), che contribuisce a costruire la nostra identità; ciò che facciamo e siamo ora (il presente); la progettualità del Sé (il futuro). Ma l’oggi, in quanto espressione della dura realtà, sollecita l’attivazione di difese, per cui alcuni si focalizzano sulle nostalgie del passato o se ne lamentano per compiangersi; altri evadono il qui-ed-ora proiettandosi in un ipotetico futuro. Eppure l’oggi è l’opportunità di un inizio, è il tempo per costruire qualcosa. Ma che cosa?
La moglie di Lot rimpiange un passato di abbondanza, ma certo moralmente rovinoso, volgendo lo sguardo su Sodoma mentre ella corre verso la salvezza che è a portata di mano, proprio davanti a lei (Gen. 19,26). Il detto “non rimandare a domani, quello che puoi fare oggi”, vale ancora di più, se noi guardiamo alla salvezza morale spirituale delle nostre persone.
Ma se nell’oggi della nostra esistenza Dio è assente, diventa facile pensarla come il fattore arricchito ma “stolto”, che puntava il suo benessere solo sui beni materiali accumulati (Lc 12,16 ss.). Se teniamo presente la vita piena in Dio, invece, il nostro oggi acquista un altro rilievo, così come l’apostolo Paolo confessa scrivendo ai Filippesi: egli aveva rinunciato a titoli e onori del mondo per “guadagnare Cristo” (3,4 ss.).
Nella Bibbia ebraica si narra di quattro lebbrosi che vagando nel deserto s’imbattono nell’accampamento dei Siri durante il loro assedio di Samaria (VIII sec. a.C.). entrati nel campo nemico, studiano e riflettono sulla situazione e, non vedendo altro che animali, decidono di rovistare nelle tende. Trovano cibo, oggetti utili e vestiario. Nel frattempo nella città di Samaria gli assediati ignorano che fuori non vi sono più nemici. Ma nella coscienza di quei lebbrosi emerge un pensiero buono: “Non facciamo bene così; questo è un giorno di buone novelle, ma noi ce ne stiamo zitti […] Perciò ora sbrighiamoci e andiamo a informare la casa del re” (2 Re 7,7 s.).
Potremmo applicare a noi stessi quel loro atteggiamento positivo e dire: oggi, proprio oggi, è il tempo della salvezza; la buona novella per eccellenza, cioè l’evangelo, sia annunciato oggi! “Oggi, perché nessuno di voi sia indurito per l’inganno del peccato” (Eb 3,13).
La responsabilità del cristiano maturo è valorizzare il tempo della salvezza lavorando con tempestività “nella vigna del Signore”, approfittando delle occasioni che Egli oggi ci dà.
Dopo aver attentamente ascoltato le risposte di Filippo su Gesù, l’intelligente ministro della regina Candace d’Etiopia, vedendo una piccola oasi, domanda: “Che impedisce che io sia battezzato?” (At 8,36). E in quel prezioso “oggi” della sua vita, grazie alla sua fede in Cristo, fu “innestato” a Cristo con il battesimo biblico (Rom 6,5). “Oggi la salvezza è entrata i casa tua” – disse così il Signore a Zaccheo, che s’industriò a incontrare Gesù, nonostante l’ostacolo della folla dinanzi a lui (Lc 19,1 ss.).
Il Signore ci aiuti “oggi” affinché siamo noi i lebbrosi che, guariti da Lui, annunciano la Buona Novella con urgenza nell’accampamento disordinato di questo mondo.
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M. Santopietro – 06 2019
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